La psicoterapia cognitivo-comportamentale è considerata, a livello internazionale, uno dei più affidabili ed efficaci modelli per la comprensione ed il trattamento dei disturbi psicopatologici
Questo approccio sostiene che i nostri problemi emotivi vengono influenzati da ciò che pensiamo e facciamo nel presente.
Perché soffriamo?
Tutti noi cerchiamo spiegare quello che ci accade e organizziamo la nostra esperienza in modo da non essere sopraffatti da tutti gli stimoli a cui siamo sottoposti ogni giorno.
Queste spiegazioni danno vita a una serie di convinzioni e apprendimenti, che possono essere più o meno aderenti alla realtà e più o meno utili al nostro benessere.
A volte le convinzioni che abbiamo su noi stessi, sulle altre persone o sul mondo possono distorcere la realtà dei fatti e attivarsi in modo rigido indipendentemente dai contesti, generando in modo automatico dei pensieri che ci fanno stare male.
La nostra sofferenza non è causata direttamente degli eventi o dalle persone con cui interagiamo, ma dai pensieri distorti e disfunzionali che applichiamo per interpretare gli eventi e le interazioni con le persone che ci circondano.
La teoria cognitiva ipotizza che in tutti i disturbi psicologici vi sia un pensiero di storto e disfunzionale che causa il mantenimento delle emozioni dolorose e dei sintomi (ansia, panico, depressione…).
Qual è lo scopo della psicoterapia cognitivo-comportamentale?
- Aiutare il paziente ad individuare i pensieri ricorrenti e gli schemi disfunzionali di ragionamento e d’interpretazione della realtà, per sostituirli e/o integrarli con convinzioni più funzionali;
- risolvere i problemi psicologici concreti: la riduzione dei sintomi depressivi, l’eliminazione degli attacchi di panico, la riduzione o l’eliminazione dei rituali compulsivi o dei comportamenti alimentari patologici, la promozione delle relazioni con gli altri ecc.
- far diventare il paziente terapeuta di se stesso:
il terapeuta spiega al paziente la natura del suo disturbo, il processo della terapia e le tecniche cognitive e comportamentali.
Il paziente, quindi, impara a prendere consapevolezza del proprio funzionamento mentale e ad utilizzare le tecniche per gestire la propria sofferenza. L’acquisizione della capacità di gestire le proprie emozioni dolorose consente al paziente di beneficiare del trattamento anche dopo la conclusione della terapia.
Caratteristiche della psicoterapia cognitivo-comportamentale:
- è scientificamente fondata:
studi controllati hanno dimostrato che i metodi cognitivo-comportamentali sono efficaci nel trattamento della maggior parte dei disturbi psicologici. Si sono dimostrati risultati superiori o almeno uguali all’utilizzo dei farmaci nel trattamento della depressione e dei disturbi d’ansia, ma assai più utili nel prevenire le ricadute; - è centrata sul problema presente: il terapeuta lavora su ciò che nel presente contribuisce a mantenere la sofferenza del paziente, pur considerando gli eventi passati e le esperienze infantili come utili fonti d’informazione circa la nascita e l’evoluzione dei sintomi;
- è collaborativa:
paziente e terapeuta lavorano insieme per capire e sviluppare strategie utili alla risoluzione del problema. Entrambi sono attivamente coinvolti nell’identificazione e nella messa in discussione dei pensieri che causano i problemi emotivi e comportamentali del paziente; - è a breve termine:
la durata della terapia varia in genere va dai quattro ai dodici mesi, a seconda del caso, con cadenza settimanale.
Per i problemi psicologici più gravi può servire più tempo ed eventualmente un’integrazione con psicofarmaci. La durata dipende soprattutto dall’impegno e dal tempo che il paziente impiega a modificare i propri schemi di pensiero; - utilizza una molteplicità di tecniche:
La terapia cognitivo-comportamentale utilizza di una serie di tecniche diverse per gestire gli stati emotivi che creano sofferenza al paziente.
Le tecniche che vengono utilizzate variano in base al tipo di problema presentato e alla fase della terapia: - Le tecniche comportamentali hanno lo scopo di modificare la relazione fra le situazioni che creano difficoltà e le abituali reazioni emotive e comportamentali messe in atto dal paziente in queste occasioni, mediante l’apprendimento di risposte più efficaci, l’esposizione graduale alle situazioni temute e il fronteggiamento attivo degli stati che creano disagio.
- Le tecniche cognitive sono impiegate per fare in modo che il paziente riconosca certi pensieri ricorrenti, gli schemi fissi utilizzati per elaborare e interpretare la realtà, che gli provocano forti e persistenti emozioni problematiche, a correggerli e ad integrarli con altri pensieri più realistici e più funzionali al proprio benessere.
PRINCIPALI DISTURBI TRATTATI
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