Ciao,
chiunque tu sia, se ti stai soffermando sui contenuti di questa pagina, probabilmente condividi con me molto più di quanto tu possa pensare.
Le righe che seguono raccontano l’angoscia, la frustrazione e la paura, che per anni sono state al mio fianco, a causa di un disturbo piuttosto diffuso ma poco conosciuto, ovvero il vaginismo, ma anche la felicità che oggi provo, per averlo affrontato e risolto.
Si tratta della paura nei confronti della penetrazione vaginale, rendendo impossibile sia una visita ginecologica sia un rapporto sessuale completo.
Per esperienza personale, posso dirti che la vergogna, associata a questo tipo di situazione che si vive, amplifica la portata del disturbo, in quanto si tende a non parlarne con nessuno e a non rivolgersi ad un terapeuta, sperando che prima o poi si dissolva come per magia.
Ma partiamo da quando tutto ha avuto inizio, in modo che anche tu possa comprendere quali siano state, nel mio caso, le cause scatenanti di questa fobia.
Magari la tua storia è diversa, ma sicuramente qualche evento traumatico avrà fatto da innesco.
Sono nata in una famiglia dove il sesso è sempre stato vissuto come un tabù: se banalmente in televisione veniva trasmessa qualche scena d’amore, c’era sempre qualcuno pronto a cambiare canale, colto da un profondo imbarazzo.
Ma ciò che più mi scosse fu un episodio, che mi coinvolse all’età di 9 anni.
Un giorno le mie sorelle più grandi di me mi parlarono di ciò che avviene in intimità tra un uomo e una donna e la sola parola ‘’penetrazione’’ mi sconvolse, pensai che dovesse far male un atto del genere, ma non dissi nulla.
Durante l’adolescenza le cose non migliorarono, in quanto mi furono trasmesse informazioni sbagliate rispetto all’uso dell’assorbente interno e al dolore associato sia alla visita ginecologica sia all’esperienza della ‘’prima volta’’.
Purtroppo non si rendevano conto che, così facendo, mi stavano inculcando delle convinzioni errate, che in seguito mi avrebbero letteralmente paralizzata dalla paura, a tal punto da non poter vivere serenamente un momento di intimità.
Quando successivamente conobbi il mio attuale compagno, realizzai di soffrire di vaginismo.
Infatti durante il primo vero approccio, sapendo che la mia famiglia non avrebbe approvato che avessi dei rapporti prematrimoniali, mi bloccai, provando effettivamente dolore.
Ero completamente soggiogata dai miei familiari, tanto da temere il loro giudizio anche in una scelta, che avrebbe dovuto riguardare solo me.
I tentativi che seguirono furono un disastro, ma il mio compagno mi ha sempre amata e sostenuta.
Ero terrorizzata dall’idea che per il mio disturbo non ci fosse alcuna soluzione.
Quindi per anni lo ignorai volutamente, perché temevo di non essere compresa, aiutata, ma solo giudicata e magari derisa.
Speravo che prima o poi tutto si sarebbe risolto magicamente, ma se non si agisce diversamente, le cose rimangono uguali e anche l’amore più grande inizia a vacillare.
Infatti avevo cominciato a discutere con il mio compagno, che mi rimproverava il fatto che stessi evitando di affrontare la questione.
Quindi, se inizialmente avevo vissuto, mettendo la testa sotto la sabbia, ad un certo punto questa situazione aveva cominciato ad influire pesantemente anche sul resto della mia quotidianità, infatti non mangiavo più, non dormivo più, non riuscivo a lavorare e trascorrevo le mie giornate sdraiata sul divano a fissare il soffitto.
Avevo toccato il fondo ed è a quel punto che, grazie al sostegno del mio compagno, avevo cominciato a reagire.
Avevo finalmente capito che per ogni problema c’è sempre una soluzione, basta avere la forza di cercarla.
In rete avevo trovato un po’ di contatti di terapeuti, che si occupavano di questa disfunzione e, tra questi, mi aveva colpito la semplicità con cui affrontava questa tematica la dottoressa Barbara Boselli.
Così compilai il form per la richiesta di informazioni sul suo sito, lei mi contattò il giorno dopo, fissandomi un appuntamento conoscitivo.
Non è stato facile fidarsi di un estraneo inizialmente, ma è stata la cosa migliore che abbia mai fatto.
La dottoressa Boselli è una professionista competente, con la quale mi sono sentita subito a mio agio, mi ha supportata sin dal primo momento, insieme abbiamo affrontato il problema dal punto di vista psicologico e mi ha aiutato a conoscere meglio me stessa da tutti i punti di vista.
Oggi, grazie al sostegno del mio compagno, al valido supporto terapeutico della dottoressa Boselli e ad una tenacia che non credevo di possedere, vivo una sessualità appagante, ho sconfitto il vaginismo e sono diventata una persona più sicura, infatti ho ripreso anche a guidare, dopo anni che non lo facevo, sempre a causa del mio atteggiamento timoroso.
Concludo dicendoti che, qualunque sia la tua situazione di partenza, non devi precluderti la possibilità di vivere appieno la tua sessualità e la tua vita.
Magari adesso sei single o hai al tuo fianco un fidanzato o un marito.
Magari pensi che il tuo sia un caso diverso e che si risolverà da solo, ma posso assicurati che io ho vissuto con queste convinzioni per anni e, ad un certo punto, mi sono quasi fatta sopraffare.
Quindi non incorrere nell’errore di sminuire un disturbo risolvibile come questo, affrontalo oggi, affinché domani sia solo un ricordo.
Alla tua felicità
Donatella